Anisakis: il nematode parassita che rende il pesce crudo fortemente indigesto

L'Anisakis è un nematode parassita che infesta l'intestino e le carni di alcuni mammiferi marini, tra cui delfini e foche, e che nel loro stadio adulto sono addirittura visibili ad occhio nudo, avendo una lunghezza variabile da 1 a 3 cm, una colorazione bianca o rosata e tendono ad arrotolarsi su se stessi.

Valutando tutto il ciclo vitale dallo stadio larvale a quello adulto, è facile poter intuire quali sono i rischi di contagio per l'uomo; il ciclo vitale si compie esclusivamente in ambiente marino, laddove i grossi mammiferi rilasciano le uova tramite le feci; le larve che si formano subito dopo la schiusa possono essere mangiate da piccoli crostacei che a loro volta rappresentano il cibo dei pesci; a questo punto i pesci contenenti le larve possono essere mangiati sia da mammiferi marini che dall'uomo.

Le classi di pesci infettate possono comprendere il tonno, il salmone, il nasello, il merluzzo, aringhe ed altre; i rischi per l'uomo possono essere:

  • una parassitosi, definita anisakidosi, che può comportare la comparsa della classica sintomatologia enterica, fino ad ulcerazioni profonde al sistema intestinale;
  • reazioni allergiche derivanti da alcuni prodotti tossici rilasciati dalle larve all'interno dei pesci; nei soggetti più suscettibili il rischio è di contrarre uno shock anafilattico.

Come preservarsi dal parassita?
Innanzitutto è bene eviscerare accuratamente il pesce, e per andare sul sicuro accertarsi di congelarlo almeno per 24 ore a -20°C, oppure cucinarlo a temperature al di sopra dei 60°C: dopo 15' sia le larve che il nematode adulto muoiono.

Accorgimenti per chi mangia al ristorante:

  • non consumare pesce crudo nei sempre più frequenti ristoranti cinesi "travestiti" da giapponesi;
  • non consumare alici marinate non preventivamente congelate.

Terapia:
In caso di contagio massivo può essere necessaria l'asportazione chirurgica del tratto intestinale infestato dai parassiti, anche se sta avendo un discreto successo la terapia con albendazolo, un principio attivo utilizzato nelle cisti da infezione da Echinococcus granulosus.

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