Riboflavina (vitamina B2): cos'è e sua carenza (ariboflavinosi)

La riboflavina (vitamina B2) è un componente dei coenzimi flavin mononucleotide e flavin adenin dinucleotide, che partecipano ad un elevato numero di reazioni di ossidoriduzione. Sottoforma di riboflavina libera o riboflavina fosfato è distribuita nella carne, nei prodotti caseari e nei vegetali, ed è assorbita nella parte superiore del tratto gastrointestinale; nella maggior parte dei casi si trova sottoforma fosforilata, motivo per cui prima del suo assorbimento è necessario che venga defosforilata dalle fosfatasi presenti nell'intestino tenue. Mediante un trasporto facilitato viene successivamente assorbita. Data la sua presenza nel latte fu in un primo momento identificata come lattoflavina.

Chimica
La riboflavina è un composto eterociclico in cui una catena di ribitolo è legata alla flavina. Ha un colore giallo ed è idrosolubile, inoltre se sottoposta alla luce ultravioletta diviene fluorescente.

Ariboflavinosi
La sua carenza viene definita come ariboflavinosi e colpisce le popolazioni più disagiate, evidentemente sottoposte a diete deficitarie di proteine ed altre vitamine, ed i paesi industrializzati, dove si riscontra negli alcolisti cronici, nei soggetti con infezioni croniche, neoplasie in stadio avanzato o altre malattie debilitanti. Si riscontra anche negli individui affetti da disturbi della condotta alimentare, come l'anoressia nervosa, ed in coloro che evitano il consumo di latticini.

L'ariboflavinosi si manifesta clinicamente con:
  • Cheilosi: rappresenta il sintomo più caratteristico della carenza; inizia con la formazione di aree di pallore agli angoli della bocca, per poi comparire ragadi o fissurazioni che si irradiano dagli angoli della bocca e che tendono anche ad infettarsi.
  • Glossite: la lingua diventa atrofica, con la parte superficiale arrossata e liscia. La colorazione magenta assomiglia fortemente alla colarazione rosso-blu della cianosi. La lingua diviene dolente soprattutto nel contatto con sostanze molto calde, fredde, piccanti ed acide. Il soggetto ha inoltre difficoltà masticatorie e nella deglutizione.
  • Modificazioni oculari: cheratite interstiziale superficiale. Nelle fasi iniziali gli strati superficiali della cornea sono invasi da capillari, e seguono infiltrazioni infiammatorie interstiziali ed essudazioni che producono opacità ed ulcerazioni della superficie corneale.
  • Dermatite seborroica desquamativa: può colpire i solchi nasolabiali ed estendersi anche a guance e parte periauricolare. Compaiono anche lesioni scrotali e vulvari.
  • Ipoplasia eritroide nel midollo osseo.


Bibliografia: Le basi patologiche delle malattie, Robbins e Cotran

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