La bulimia: un disturbo della condotta alimentare da non sottovalutare

La bulimia è una condizione in cui il soggetto mangia smodatamente per poi indursi il vomito, cercando in tal modo di non ingrassare. Al pari dell'anoressia nervosa, rappresenta un disturbo della condotta alimentare che colpisce soprattutto il sesso femminile. La sua prima individuazione risale al 1979 e fu descritta dallo psichiatra Gerald Russel.

Diagnosi
Le cause che determinano la bulimia sono diverse, pur restando nel contesto sociale, psicologico e/o biologico, ed a differenza dell'anoressia nervosa, i soggetti bulimici sono normopeso o addirittura in sovrappeso.
Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, le caratteristiche di un soggetto bulimico sono (1) le ricorrenti abbuffate (in cui si assume una quantità di cibo decisamente più elevata di quanto ne mangerebbe un soggetto normale; inoltre il bulimico non "riesce" a sentire la sensazione di voler smettere); (2) gli atti compensatori ricorrenti ed inappropriati (per non prendere peso si ricorre al vomito autoindotto, all'abuso di lassativi, diuretici, il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo); (3) l'autostima che è direttamente collegata alla forma ed al peso corporeo; (4) le abbuffate e gli atti compensatori che si manifestano almeno due volte a settimana per tre mesi.

Complicazioni della bulimia
Benché le irregolarità mestruali siano comuni, l'amenorrea si manifesta in meno del 50% delle pazienti bulimiche, probabilmente perché il peso ed i livelli di gonadotropine si mantengono quasi normali.
Le complicanze cliniche principali sono legate all'induzione del vomito, e comprendono (1) gli squilibri elettrolitici (ipopotassiemia), che predispongono il paziente ad aritmie cardiache, (2) l'aspirazione polmonare del contenuto gastrico e (3) rotture esofagee cardiache.

Terapia
Per certi aspetti la terapia è simile a quella dell'anoressia nervosa, escludendo ovviamente il supporto dietetico. La percentuale di insuccesso è pari al 20%.


Bibliografia: Le basi patologiche delle malattie, Robbins e Cotran



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