Epatite A: cos'è, come si trasmette e come evolve

L'epatite A è una patologia a carico del fegato, ed è provocata da un virus ad RNA identificato con la sigla HAV, appartenente ai picornavirus. L'HAV non provoca epatite cronica o stati di portatore e solo di rado causa epatite fulminante, per cui i casi di mortalità associati alla patologia sono davvero esigui, circa lo 0,1%. L'infezione può assumere gravità maggiori se sovrapposta a quadri di epatite cronica da virus dell'epatite B, epatite C o alcolismo.


Il periodo di incubazione varia da 2 a 6 settimane, il virus si diffonde mediante ingestione di cibi e bevande contaminati e viene liberato nelle feci nel periodo compreso da 2 a 3 settimane prima fino ad 1 settimana dopo l'insorgenza dell'ittero. Uno stretto contatto con pazienti infetti o contaminazioni oro-fecali durante questo periodo, sono responsabili della maggior parte dei casi, spiegando in tal modo le epidemie nella scuole primarie e in paesi sottosviluppati, in cui le acque sono contaminate a causa delle scarse condizioni igieniche. Il virus HAV non si trova in quantità significative nei liquidi biologici, per cui difficilmente si ritrova nella saliva, nello sperma e nell'urina. Nei paesi sviluppati il contagio si sviluppa ingerendo frutti di mare crudi o cotti al vapore.

La viremia da HAV è transitoria, per cui non c'è un rischio elevato di trasmetterlo tramite il sangue; per tali motivi il sangue dei donatori non viene controllato in maniera specifica per tale virus.

Sintomatologia. Il paziente affetto da epatite A soffre di una sindrome similinfluenzale. Questa tende a comparire nella cosiddetta fase preitterica, ed è caratterizzata da affaticabilità, nausea, perdita dell'appetito, febbre lieve, cefalea, dolori muscolari ed articolari. Si entra successivamente nella fase itterica provocata dalla iperbilirubinemia coniugata; di per se quest'ultima causa l'emissione di urine scure, feci chiare e la comparsa di prurito, provocato dalla ritenzione di acidi biliari. Il fegato può essere leggermente ingrandito e dolente alla palpazione. Nel corso di alcune settimane o mesi la fase itterica scompare dando inizio alla fase di convalescenza. La guarigione è annunciata dall'inizio di una forte risposta immunitaria della cellule T contro gli antigeni espressi sulle cellule epatiche infette.

Diagnosi. Uno specifico anticorpo contro HAV di tipo IgM compare nel sangue insieme all'insorgenza dei sintomi. L'eliminazione del virus mediante le feci termina nel momento in cui il valore delle IgM tende ad aumentare. La risposta anticorpale di tipo IgM tende a diminuire entro pochi mesi, ed è seguita dalla comparsa di IgG anti-HAV. Queste a loro volta persistono per anni, se non addirittura per tutta la vita, ecco perchè sviluppiamo l'immunità dalla malattia dopo averla contratta. La vaccinazione da HAV è efficace dopo un mese dalla somministrazione, e copre per un periodo di circa 20 anni.

Cosa fare per ridurre il rischio di infezioni? E' sufficiente seguire le norme igienico-sanitarie di base, come lavarsi accuratamente le mani prima di mangiare, bollire i cibi (il virus muore a temperature superiori ad 85°C), ed in previsione di viaggi in aree endemiche per l'epatite A sottoporsi a vaccinazione.


Bibliografia: Le basi patologiche delle malattie, Robbins e Cotran

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