150° anniversario dell'Unità d'Italia: dal Regno d'Italia ai giorni nostri

Torino, 17 marzo 1861: nasce il Regno d'Italia. Come molti sanno, oggi ricorre il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, occasione in cui venne eletto il primo Re d'Italia nella figura di Vittorio Emanuele II

Bisogna sfogliare il documento della legge n° 4671 del Regno di Sardegna, che recita "Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861" per ricostruire l'ultima tappa che ha portato a scrivere questo importante pezzo di storia per il nostro Paese.

Tutto ebbe inizio, per così dire, nel periodo compreso tra il 1859 ed il 1861. Decisivo a tal proposito fu l'esito della seconda guerra di indipendenza, tenutasi militarmente tra il 29 aprile ed il 6 luglio del 1859, in cui l'esercito franco-piemontese ebbe la meglio su quello austriaco, inglobando in tal modo la Lombardia (Mantova esclusa) nel Regno di Sardegna, e ceduta a sua volta dal Regno Lombardo-Veneto. Con le successive conquiste degli altri territori, tra cui il Regno delle Due Sicilie ad opera di Garibaldi (spedizione dei Mille), il Regno di Sardegna si ampliava sempre di più, prendendo le sembianze del futuro Regno d'Italia. 

Il Regno fu completato formalmente il 20 settembre 1870, con la breccia di Porta Pia, evento in cui si riuscì ad annettere anche Roma al Regno d'Italia, sancendo in tal modo la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei papi. Il 3 febbraio 1871, Roma fu eletta la capitale d'Italia, prendendo il posto di Firenze. Ecco così che dopo più di un secolo, ci troviamo a festeggiare un nuovo anniversario di storia italiana.

L'inno nazionale.
Scritto da Goffredo Mameli nel 1847, il Canto degli Italiani, o Inno di Mameli o Fratelli d'Italia, fu musicato da Michele Novaro, e rappresenta l'inno nazionale della Repubblica italiana. Ecco il testo integrale.

Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Siete pronti per cantare l'inno? Buona visione



Come di consueto anche Google ci mette del suo, e lo fa con l'ennesimo doodle. Eccolo qui!

Nessun commento:

Posta un commento