Epatite B: cos'è, come ci si infetta e come evolve

Il virus dell'epatite B, identificato dall'acronimo HBV, può produrre epatite acuta con risoluzione, epatite cronica che può evolvere in cirrosi, epatite fulminante con necrosi massiva e suscettibilità alle infezioni virali da virus dell'epatite D. I pazienti affetti da epatite cronica sono portatori di virus in attiva replicazione, per cui sono fonte di infezione per gli altri individui. L'HBV svolge un ruolo importante anche nello sviluppo di carcinomi epatocellulari.


La patologia rappresenta una piaga mondiale, con circa 350 milioni di persone portatrici, un numero dieci volte maggiore rispetto ai soggetti affetti da HIV! Il 75% di tutti i portatori cronici vive in Asia e nella zona occidentale dell'Oceano Pacifico.

Trasmissione
Il virus HBV presenta un periodo di incubazione piuttosto lungo, compreso tra le 4 e le 26 settimane, ma a differenza di HAV, tale virus resta nel sangue finchè non perdurano i periodi attivi di epatite acuta o cronica. Il virus è piuttosto resistente alle condizioni estreme, quali temperature elevate ed umidità.
Il virus è presente in tutti i liquidi corporei fisiologici ed autoptici, ad eccezione delle feci, per cui i veicoli primari di trasmissione sono il sangue ed i liquidi corporei, ma bisogna comunque preservarsi dal contatto con secrezioni corporee quali sperma, saliva, sudore, lacrime, latte umano e versamenti patologici.

Le trasfusioni, i prodotti ematici, le dialisi, le punture accidentali da ago nel personale sanitario e tra i tossicodipendenti, le pratiche omosessuali costituiscono tutti fattori di rischio primari per l'infezione da HBV. Bisogna prestare attenzione anche all'utilizzo promiscuo di lamette, spazzolini, rasoi e tutti gli oggetti di uso quotidiano che possono determinare microlesioni delle mucose e della cute (la cosiddetta via parenterale inapparente).
In zone endemiche come l'Africa ed il Sud-Est Asiatico, la diffusione per trasmissione verticale, ovvero quella da madre infetta a neonato durante l'attraversamento del canale durante il parto è abbastanza comune. 

Infezione
L'infezione da HBV dell'epatocita passa attraverso due fasi. La prima viene detta fase proliferativa, ed è quella in cui il DNA virale è presente in forma episomiale, con formazioen di virioni completi e di antigeni associati. L'espressione sulla superficie delle cellule di HBsAg ed HBcAg virali, in associazione alle molecole MHC di classe I, conduce alla riattivazione dei linfociti T CD8+ citotossici. La distruzione dell'epatocita si verifica allorquando un linfocita T citotossico interagisce con l'epatocita infetto.
Negli epatociti infettati che non vengono distrutti dal sistema immunitario può verificarsi la fase integrativa, in cui il DNA del virus viene incorporato nel genoma dell'ospite. A questo punto dato che la replicazione virale cessa negli epatociti, e compaiono gli anticorpi virali, la capacità infettante termina e le lesioni epatiche diminuiscono; il problema è che dato che il genoma virale è integrato in quello della cellula ospite, il rischio di contrarre il carcinoma epatico rimane alto.

Non ci sono evidenze che il virus HBV sia direttamente tossico per le cellule epatiche, tuttavia la risposta immune agli antigeni espressi sugli epatociti infettati causa il danno alle cellule epatiche.

Diagnosi sierologica
  • HBsAg compare prima dell'insorgenza dei sintomi, raggiunge il culmine nel corso della malattia conclamata, per poi diminuire entro 3-6 mesi.
  • HBeAg, HBV-DNA e DNA polimerasi compaiono nel siero subito dopo HBsAg ed indicano moltiplicazione virale attiva
  • Le IgM anti-HBc diventano dosabili nel siero poco tempo prima dell'insorgenza dei sintomi, per poi essere sostituti da IgG anti-HBc nel corso dei mesi
  • L'anti-HBe quando è dosabile indica che la malattia è in fase di regressione.
  • Le IgG anti-HBs possono persistere per tutta la vita, conferendo al soggetto la protezione all'infezione.


La presenza di HBsAg nel siero indica lo stato di portatore, ma non necessariamente è indice della replicazione dei virioni. La replicazione cronica dei virioni HBV è caratterizzata dalla persisteza di HBsAg, HBeAg, HBV e DNA circolanti, solitamente con anti-HBc ed occasionalmente anti-HBs.

Quali sono i sintomi di un soggetto ammalato di epatite B
Bisogna considerare che la sintomatologia è piuttosto varia; anche se può sembrare strano, un soggetto cronico non presenta una sintomatologia conclamata pur essendo infetto e potenzialmente in grado di trasmettere la malattia agli altri. Altri sintomi sono l'ittero, astenia, febbre, prurito, nausea, vomito, feci chiare ed urine color marsala.

Terapia
L'approccio terapeutico consiste nel somministrare delle Ig anti-HB entro le 48 ore dalla presunta infezione; l'infezione cronica richiede la somministrazione di PEG interferone-alfa, oppure di antivirali inibitori della trascrittasi inversa.

La vaccinazione, ottenuta mediante le tecniche del DNA ricombinante è obbligatoria per i neonati.




Bibliografia: Le basi patologiche delle malattie, Robbins e Cotran

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