Carie dentaria: cos'è e cosa la provoca?

La carie dentaria è causata dalla degradazione focale della struttura del dente, ed è una delle malattie più comuni al mondo, nonchè la principale causa della perdita dei denti per i soggetti al di sotto dei 35 anni d'età. Le lesioni della carie sono il risultato della dissoluzione minerale della struttura dentaria da parte dei prodotti terminali acidi del metabolismo di batteri presenti nella cavità orale e in grado di fermentare gli zuccheri.

Nel cavo orale sono presenti dei batteri definiti commensali, in quanto fisiologicamente facenti parte della flora batterica; in condizioni normali, con la corretta igiene orale la presenza dei commensali non solo non è nociva per l'organismo, ma addirittura preserva il cavo orale dall'attacco di batteri patogeni (ad esempio il batterio responsabile della difterite non avrebbe la possibilità di attecchire grazie all'azione protettiva dei commensali); quando invece a causa dell'ingestione di cibi contenenti zuccheri, frammenti di questi ultimi restano incastrati fra i denti, i batteri commensali iniziando a nutrirsi, rilasciano sostanze a pH acido, che a loro volta determina la perforazione dello smalto del dente, che diviene pertanto un canale all'accesso dei batteri cariogeni; questo deve far pensare che lavarsi i denti regolarmene, e preservare lo smalto integro è già un'ottima strategia nella prevenzione della carie; lo spazzolino ed il dentifricio tuttavia non vanno utilizzati subito dopo il pasto: bisogna attendere una buona mezz'ora affinchè il pH della bocca si stabilizzi a valori meno aggressivi per lo smalto.

Tra i vari commensali presenti nel cavo orale, lo Streptococcus mutans (gram positivo ed anaerobio) effettua la fermentazione lattica, con eccessiva produzione di acido lattico, che dissolve lo smalto. A questo si aggiungano altri fattori favorenti la carie quali:
  • alterazione quali-quantitativa del flusso salivare; l'attività battericida e meccanica della saliva viene meno;
  • alterazioni nell'allineamento dentario;
  • cattive abitudini alimentari con pasti molto frequenti e ricchi di zuccheri (in tal caso non bisogna preoccuparsi solo della carie).


Negli stadi iniziali la sintomatologia della carie dentaria è praticamente assente, e quando compaiono i sintomi vuol dire che la lesione è arrivata fino alla polpa; per capire quanto è estesa la lesione vi basta guardare l'immagine accanto.
Si passerà così da una eccessiva sensibilità al caldo e freddo fino ai sintomi tipici della nevralgia del trigemino, con dolori estesi a tutta l'emiarcata dentaria di riferimento senza riuscire a localizzare con precisione la provenienza del dolore. La polpa aumentando di volume per colpa dell'infiammazione (pulpite) diventerà paradossalmente silente al dolore, ma è qui che inizia il processo ischemico (mancata irrorazione sanguigna) e che causerà la necrosi del dente.

Per lavare i denti è consigliato l'utilizzo di un dentifricio al fluoro, composto che è in grado di rimineralizzare lo smalto del dente e bloccare le vie metaboliche dei batteri cariogeni oltre a ridurre l'adesione degli stessi sulla superficie dentaria.

La terapia va eseguita dal dentista, che in base alla gravità dello stato patologico deciderà se intervenire sul dente mediante strumenti meccanici invasivi o semplicemente mediante formulazioni di fluoro o idrossiapatite.

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