Reazioni di ipersensibilità: cosa sono e quali sono, uno sguardo generale

L'essere umano vive in un ambiente ricco di sostanze capaci di indurre una risposta immunitaria, ed il contatto con un antigene (sostanza riconosciuta dal nostro sistema immunitario come non-self) porta non solo all'induzione di una risposta immunitaria protettiva, ma anche a reazioni che possono essere dannose per i tessuti dell'organismo stesso. Antigeni esogeni possono essere presenti nelle polveri, nei pollini, in cibi, farmaci, microbi, prodotti chimici e molti derivati del sangue usati nella pratica clinica. La risposta immunitaria determinata da questi antigeni assume diverse forme, passando da un semplice prurito a malattie potenzialmente letali come l'asma bronchiale.
Le varie reazioni sono chiamate reazioni di ipersensibilità ed il danno tissutale in queste reazioni può essere causato da meccanismi immuni umorali o cellulo-mediati.

Reazioni immunologiche lesive possono essere scatenate anche da antigeni tissutali endogeni; è il caso di antigeni omologhi differenti tra gli individui con diversi background genetici. Esempi pratici sono quelli derivanti dal rigetto dei trapianti o dalle reazioni trasfusionali.

La classificazione delle reazioni di ipersensibilità viene effettuata sulla base dei meccanismi immunologici che mediano la malattia, ed è utile nella distinzione del meccanismo attraverso cui la risposta immune causa il danno tessutale, la malattia e le alterazioni patologiche che ne derivano.

Si tratta di:
  1. Ipersensibilità di tipo I, immediata: la risposta immunitaria libera sostanze vasoattive e spasmogeniche che agiscono sui vasi e sul muscolo liscio e citochine pro-infiammatorie che reclutano cellule infiammatorie.
  2. Ipersensibilità di tipo II, da anticorpi: gli antigeni secreti partecipano direttamente al danno delle cellule e ne promuovono la loro fagocitosi o lisi ed inducono infiammazione. Gli anticorpi possono indurre malattia senza danno tessutale.
  3. Ipersensibilità di tipo III, da immunocomplessi: gli anticorpi legano gli antigeni ed inducono l'infiammazione direttamente, o attivando il complemento. I leucociti reclutati provocano danni tessutali per la liberazione di enzimi lisosomiali e formazione di radicali liberi tossici.
  4. Ipersensibilità di tipo IV, cellulo-mediata: i linfociti T sensibilizzati determinano danno cellulare e tissutale.


La maggior parte delle malattie da ipersensibilità mostrano una predisposizione genetica. Tra i geni conosciuti per essere associati con malattie da ipersensibilità vi sono i geni MHC, ma hanno lo stesso ruolo anche molti geni non-MHC.



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