Papilledema: una patologia a carico della papilla ottica

Il papilledema, ovvero l'edema della papilla ottica (la parte della retina perforata dal nervo ottico), può svilupparsi come conseguenza di una compressione del nervo ottico, oppure per aumento della pressione del liquido cerebrospinale che circonda il nervo
L'aumento della pressione endocranica è trasmesso al nervo ottico dal liquido cerebrospinale che circola attorno al nervo. L'incremento della pressione contribuisce alla stasi venosa della papilla ottica ed alla stasi del trasposto assoplasmatico, favorendo appunto l'edema.


Il papilledema acuto, associato ad aumento della pressione endocranica, non presuppone la perdita della vista. La papilla, se osservata con oftalmoscopio appare tumefatta ma iperemica; al contrario, la papilla ottica nelle fasi subacute di NOIA (neuropatia ottica ischemica anteriore) appare tumefatta ma pallida per la ridotta perfusione del nervo.

Nel papilledema secondario a ipertensione endocranica, il nervo ottico può restare congesto per un periodo di tempo prolungato; l'aspetto del nervo ottico nella neuropatia ottica ischemica acuta evolve clinicamente verso il pallore papillare, indice di atrofia ottica.


Bibliografia: Le basi patologiche delle malattie, Robbins e Cotran

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